In occasione del Giorno della memoria delle vittime della Shoah, giovedì 25 gennaio le classi terza, quarta e quinta della scuola primaria “Papa Giovanni Paolo II” di Pontecchio, si sono recate presso la biblioteca del paese dove hanno incontrato i rappresentanti dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) che hanno condotto una conversazione/discussione a partire da un testo di Liliana Segre, contenuto nel testo a fumetti “Una scelta per la vita” di Gianni Carino.

Il racconto si svolge nel campo di concentramento nel quale la senatrice italiana si trovava all’alba della liberazione da parte dei soldati americani. E’ il ricordo di una pistola abbandonata per terra da uno dei suoi aguzzini, nel tentativo di mimetizzarsi tra i prigionieri e di salvarsi la vita. “Ho pensato di raccoglierla e di sparare. Fu un attimo, un attimo importantissimo, decisivo nella mia vita perché io capii che mai, per nessun motivo al mondo, avrei potuto uccidere qualcuno. Io non ero come il mio assassino. Non ho raccolto quella pistola, e da quel momento sono diventata quella donna libera e di pace che sono oggi”.
Traducendo la situazione in eventi che possono essere sperimentati da ciascun ragazzo ogni giorno (un litigio con un compagno, un torto subito, l’esclusione), i volontari dell’ANPI hanno provocato le coscienze di ciascuno di loro. Gli alunni delle classi si sono messi in discussione e si sono veramente immedesimati nella situazione cercando di trovare la soluzione più giusta alle situazioni proposte, con la libertà d’animo di cui solo i bambini sono capaci: chi avrebbe risposto in egual misura al gesto offensivo del compagno, chi avrebbe risposto a tono ma solo verbalmente, chi avrebbe cercato di evitare l’azione.

Tutti loro sono rimasti colpiti scoprendo via via la portata del gesto di Liliana che di fronte allo scenario di guerra e sofferenza di cui era stata testimone e protagonista, aveva deciso di mettere la parola “fine”, diventando così pienamente libera.
Il messaggio con cui i ragazzi tornano a casa risiede nell’importanza del fare memoria che non significa semplicemente ricordare il passato, ma conoscere le storie del passato perché quelle storie diventino nostre.
È provare empatia con quanto accaduto perché si possa arrivare, di conseguenza, a cambiare noi stessi. E a cambiare il presente.

Luoghi

VIA ALDO MORO 63/1

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